''Il colore è lo sforzo della materia per diventare luce'' G. D'Annunzio

lunedì 7 novembre 2016

STEP 07: IL BLU ALICE NEL CINEMA

In ambito cinematografico i riferimento al Blu Alice non sono così frequenti.
Allora, questa volta, ampliamo il nostro campo di ricerca verso qualcosa che ci possa far tornare in mente questo colore.
La presenza di un blu infinito e profondo, nelle inquadrature di un film girato nel mezzo del Mediterraneo, probabilmente non potrebbe bastare. A venire in aiuto alla nostra ricerca è una piccola alice recuperata da due naufraghi.
''Giancarlo Giannini interpreta Gennarino Carunchio''
Per gli amanti del cinema nostrano e soprattuto per chi ama la Commedia all'italiana con la C maiuscola, quella figlia di Mario Monicelli e Pietro Germi, l'associazione di idee viene spontenea.
La storia che verrà raccontata oggi è quella diretta e sceneggiata da Lina Wertmüller nel 1974.

''Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'Agosto''

Su una barca a vela in navigazione nel Mediterraneo c'è Raffaella Paovone Lanzetti, interpretata da Mariangela Melato, insieme ai suoi ricchi e viziati amici.
Questa è la classico donna ricca, snob, piena di pregiudizi verso coloro che considera di classe sociale inferiore, oltre che un tantino razzista. A fare da contraltare a questo personaggio c'è Gennarino Carunchio, un meridionale dalle idee chiaramente di sinistra, costretto a tacere davanti ai soprusi e spesso agli insulti che Raffaella Lanzetti insieme ai suoi compagni riservano a lui e al resto della ciurma.
Gennarino si ritrova a dover soddisfare le richieste della ''padrona'', fino a che, per un guasto al motore di un gommone, i due si ritrovano da soli in mare aperto.
Qui la situazione cambia radicalmente e i rapporti di forza tra i due personaggi si invertono.
E' in questo frangente che la nostra alice fa la sua apparizione, precisamente al minuto 33'.
Mentre i due sono ancora dispersi nel Mediterraneo Gennariono riesce a pescare l'alice e dopo averla disossata a suo modo la offre a Raffaella Lanzetti che disgustata la rilancia in mare.
Approdati su un'isola deserta la Pavone Lanzetti diventerà giocoforza schiava del marinaio, che sfoga su di lei il senso di rivalsa e le frustrazioni sociali e sessuali, facendo nascere una forte passione tra i due.
Come in molti dei film di Lina Wertmüller il finale è amaro. Tornati alla civiltà anche se il loro amore si conserva, il differente rango sociale li separa bruscamente.
Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'Agosto non tradisce i legami con la Commedia d'Autore. Il film infatti affianca un aspetto comico ad uno più profondo rivelandosi un'analisi amara sulle  tematiche sociali Italiane più scottanti della fine degli anni Settanta quali la lotta di classe, il divario sociale e culturale tra Nord e Sud e la disillusione per un ideale polito svanito.

Nel finale del film Gennarino, deluso e abbandonato, si rivolge al mare dicendo:
          ''Mare traditore, che mi fosti amico un tempo e poi camminasti sopra il cuore''
Lina Wertmüller, attraverso Gennarino, cita l'Epodo di Strasburgo nella traduzione di Salvatore Quasimodo.
La scelta del film non è chiaramente casuale. Nella fotografia del film (in 1,85 : 1) l'occhio più attento può notare tutte le  sfaccettature del blu che il Mediterraneo può offrire.
Per rendere chiaro questo concetto ho provato ad utilizzare l'associazione cromatica mediante l'uso delle ''palette'' dei colori per poter mettere in risalto il Blu nelle sue varie sfaccettature e soprattutto il Blu Alice.
Locandina del film

Gennerino e Raffaella dispersi nel Mediterraneo

Raffaella persa sull'isola deserta




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